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Il nichel è un metallo traccia ubiquitario ed è la causa più comune di allergia ai metalli. L'allergia al nichel è un problema ricorrente, una volta sviluppata, tende a ripresentarsi per tutta la vita.
Le più colpite sono le adolescenti e le donne, ma anche le bambine, perché portano più spesso gioielli. L'uomo è più colpito in ambito professionale, per esempio tra i parrucchieri. Oltre a gioielli e piercing il nichel si ritrova in molti oggetti ed è presente anche negli alimenti soprattutto vegetali.
L'incidenza
I metalli rappresentano i più frequenti agenti sensibilizzanti da contatto, soprattutto il nichel ma anche cobalto e cromo. La moda e lo stile di vita giocano un ruolo importante nello sviluppo di questa sensibilizzazione. Il nichel è un metallo onnipresente, utilizzato in una vasta gamma di prodotti e di campi: moda, gioielli, campo militare, assistenza sanitaria, architettura e utensili per la casa, ambiente aerospaziale, trasporti.
La prevalenza della sensibilità al nichel varia dal 1 al 13.1% nei diversi paesi, con picchi fino al 27-38% in alcuni gruppi per esempio i parrucchieri.
I dati più recenti indicano un aumento dell'incidenza di allergia al nichel nei paesi industrializzati. L'ipersensibilità può comparire a qualsiasi età, perfino nei neonati, e aumenta soprattutto dopo i 9 anni, con l'uso di orecchini e gioiellini per bambini.
Tra i fattori di rischio ci sono la concentrazione del metallo (la cui soglia è stata stabilita con una direttiva europea del 1994), frequenza e tempo di contatto (alcune persone sviluppano l'allergia subito, altre dopo un lungo periodo di tempo), alternazioni della pelle. La sudorazione, soprattutto d'estate e nelle giornate particolarmente calde, può influenzare lo sviluppo di dermatite da contatto.
I sali nascosti
Nella fabbricazione di molti oggetti oggi in commercio sono presenti leghe che contengono dei sali di nichel: anche l'oro a 18 carati può contenere il 20% di sali di nichel. Questi metalli “ salati” non si trovano solo negli oggetti di uso comune o negli ambienti dove vengono lavorati. Oltre che nei gioielli si possono nascondere anche nei farmaci (rimedi omeopatici e complessi multivitaminici), nei cosmetici, negli alimenti.
Sospettato n. 1: il nichel
Il nichel è senza dubbio il metallo che più di ogni altro è responsabile di irritazioni e dermatiti allergiche nelle ragazze e nelle donne ma anche negli uomini che indossano piercing e/o gioielli. Viene utilizzato per orecchini, braccialetti, anelli, ganci e fibbie, manici di borse, montature di occhiali e così via. L'unica terapia consiste nell'evitare il contatto con gli oggetti incriminati. L' oro, pur contenendo i sali di nichel, non provoca normalmente dei disturbi; anche il dermografismo nero ovvero quella patina nera che si forma sulla pelle, sotto l'orologio, gli anelli o altri oggetti d'oro, d'argento indossati, in realtà non ha nulla a che vedere con la salute. Si tratta semplicemente di un fenomeno fisico-meccanico, dovuto a una lenta e graduale abrasione del metallo.
Direttiva Europea 94/27/CEE Nickel Free
Nella DE 94/27/CEE Nickel Free del 30 giugno 1994 il Parlamento Europeo e il Consiglio dell'Unione Europea hanno stabilito che il nichel non può essere utilizzato:
in oggetti metallici che vengono inseriti negli orecchi perforati o in altre parti perforate del corpo umano durante la cicatrizzazione della ferita causata dalla perforazione, e vengono successivamente tolti oppure no, a meno che tali oggetti siano omogenei e la concentrazione di nickel - espressa come massa di nickel rispetto alla massa totale - sia inferiore a 0,05 %;
in prodotti destinati ad entrare in contatto diretto e prolungato con la pelle, quali: orecchini, collane, bracciali e catenelle, braccialetti da caviglia, anelli, casse di orologi da polso, cinturini e chiusure di orologi, bottoni automatici, fermagli, rivetti, cerniere lampo e marchi metallici, se sono applicati agli indumenti
se il tasso di cessione di nickel dalle parti di questi prodotti che vengono a contatto diretto e prolungato con la pelle è superiore a 0,5 ìg/cm²/settimana;
in prodotti come quelli elencati al punto 2, se hanno un rivestimento senza nickel, a meno che tale rivestimento sia sufficiente a garantire che il tasso di cessione di nickel dalle parti di tali prodotti che sono a contatto diretto e prolungato con la pelle non superi 0,5 ìg/cm²/settimana per un periodo di almeno due anni di uso normale del prodotto.
Inoltre i prodotti che sono oggetto dei punti 1, 2 e 3 non possono essere immessi sul mercato se non sono conformi alle prescrizioni di detti paragrafi. |